Nella tradizione popolare molto suggestivi erano i riti legati alla Settimana Santa. Il giovedì che precedeva la domenica di Pasqua era il primo dei tre grandi giorni santi caratterizzati dai riti solenni molto seguiti.
La mattina nelle chiese si preparava lu sipulcru (repositorio) ed ogni chiesa lo preparava il più sfarzosamente possibile con addobbi, ornamenti floreari, drappeggi, ceri e vasi di grano germogliato.
Il venerdì santo in cattedrale, veniva celebrata l'Agonìa del Signore e subito dopo aveva inizio la messa scirràta (così chiamata perchè non aveva il normale svolgimento liturgico). Finita la messa, prendeva il via la processione di Gesù Cristu muèrtu, con i simboli della Passione di Cristo, la statua della Madonna Addolorata e la statua di Gesù Cristo morto. La processione percorreva le vie principali della città ed andava avanti fino a notte.
Il sabato santo invece non veniva eseguito nessun rito religioso.
Con la Resurrezione di Cristo si vogliono vedere risorgere e rifiorire le gioie dell'amicizia e dell'amore.
Il contadino scòna (trancia) grandi rami d'ulivo per la più solenne processione e per la benedizione dei campi, delle case e delle genti.
Il fidanzato prepara per la fidanzata lu campanàru, una composizione ricca di alveari fatta con foglie di palma. Gli alveari venivano occupati da cioccolattini.
I bambini giravano per le case offrendo un rametto benedetto e in cambio ricevevano un dono in denaro.
La nonna preparava: la palòmba, li milaffànti conditi con brodo di gallina, l'aunicèddhu rrustùtu, la puccia, li pittèddhe, li scagliòzzi, l'òe ddilissate.